Home Blog Pagina 12

COSA SUCCEDE A CHI NASCE IN AEREO?

Reading Time: 2 minutes

Avete mai incontrato qualcuno nato il 29 febbraio? Sembra un dato incredibile, ma i leapers, cioè le persone nate nel giorno “extra” che ricorre ogni 4 anni, durante l’anno bisestile, sono circa 5 milioni nel mondo.

Molto più difficile incontrare qualcuno nato su un aereo!

Come forse già sapete, le donne in gravidanza possono volare con la maggior parte delle compagnie aeree fino alla 36esima settimana. Ma alcuni bimbi hanno più fretta di nascere di altri: è il caso di Shona Owen, nata a bordo di un Boeing 747 nel 1991.

nascere in aereo

Shona, oggi giornalista di viaggi (quale mestiere più adatto?), ha condotto una ricerca trovando in tutto il mondo altre persone che come lei avessero un passaporto speciale. I passaporti di coloro che sono nati su un aereo hanno una particolarità: la dicitura “Holder Born on an Aeroplane”, ossia “Titolare nato a bordo di un aereo”. Secondo le ricerche di Shona, dal 1929 ad oggi, ben 49 persone sono venute alla luce in volo.

Ma a quale nazionalità appartiene un bambino nato a 10.000 metri?

Le regole cambiano a seconda della nazionalità dei genitori e a seconda del paese che si sta sorvolando. Per esempio, nei paesi in cui vige lo ius soli, come gli Stati Uniti, il Canada, Tanzania, Lesotho e buona parte dell’America latina, un bambino nato in aereo diventa automaticamente cittadino dello Stato “sopra” al quale è nato. Per il Regno Unito, invece, la stessa regola si applica soltanto se uno dei genitori è cittadino UK. Diverso il caso della maggior parte dei Paesi Arabi, nei quali è previsto che il neonato acquisisca la stessa nazionalità del padre.

In ogni caso, le persone come Shona hanno una storia scritta addosso. Per questo motivo, i suoi genitori le hanno dato il nome Shona Kirsty Yves, acronimo della parola “SKY” (“cielo”).

L’AEREO PIÙ PAZZO DEL MONDO (Airplane! – 1980)

Reading Time: 2 minutes

Se stilassimo una classifica dei film che fanno più ridere di tutti i tempi, L’aereo più pazzo del mondo otterrebbe senz’altro un posto d’onore.

In effetti, nel 2000 l’American Film Institute l’ha inserito al decimo posto nella classifica delle Cento migliori commedie americane di sempre.

Alla sua uscita, nel 1980, L’aereo più pazzo del mondo con la regia del cosiddetto “trio ZAZ” (Jim Abrahams e i fratelli David e Jerry Zucker) non fu però accolto da tutti con lo stesso entusiasmo. La pellicola si inseriva all’interno di un filone definito dalla critica più aspra “film barzelletta” per le continue battute, gli sketch comici troppo frequenti e una trama banale.

Per chi non lo ricordasse, il film narra l’impresa coraggiosa dell’ex pilota ormai autista di taxi Ted Striker, che, terrorizzato all’idea di volare dopo il trauma della guerra, si imbarca come passeggero su un aereo per Chicago per riconquistare la ex fidanzata assistente di volo Elaine Dickinson. Ma durante il volo i passeggeri sono colpiti da un’intossicazione alimentare dovuta al pesce avvelenato servito a bordo…

Indimenticabile è la scena in cui il pilota, appena terminata la propria cena, apprende in una sequenza esilarante i sintomi che stanno per colpirlo e lancia uno sguardo disperato verso il vassoio in cui compare… una lisca di pesce!

Tutti i passeggeri iniziano a sentirsi male ed Elaine cerca di prendere in mano la situazione prendendo istruzioni dalla torre di controllo, che tampona il problema sostituendo il pilota con il manichino Otto, capace sì di far volare l’aereo, ma non di compiere la manovra di atterraggio.

Avete già capito come va a finire la storia? Ovviamente Ted salva la situazione e il destino dei malandati passeggeri, riconquistando l’amore e la stima della bella assistente di volo.

Un finale forse prevedibile, ma esilarante fino all’ultimo minuto…

Piaccia o non piaccia, resta il fatto che L’aereo più pazzo del mondo aprì la strada a una fortunata serie di film parodia che consacrarono il trio ZAZ e la commedia Made in USA come Top Secret! del 1984, Una pallottola spuntata con il gigante della risata Leslie Nielsen, Hot Shots e Scary Movie, diretti dal solo Jim Abrahams.

Insomma… Iniziate a preparare i popcorn!

ARTE CONTEMPORANEA A PISA: ITINERARIO ALLA SCOPERTA DELLA STREET ART

Reading Time: 4 minutes

Il simbolo di Pisa è sempre stato la famosa Torre pendente che domina la splendida Piazza dei Miracoli, ma oltre al campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta questa città offre tantissimi tesori culturali. L’arte contemporanea a Pisa ha avuto il grande merito di trasformare interi quartieri, creando un itinerario di visita pensato per gli amanti della street art: ecco quali sono le principali opere da non perdere.

Street art a Pisa: 5 artisti da scoprire

La storia di Pisa profuma di un’antica leggenda secondo cui sarebbe stata fondata da alcuni profughi greci che arrivavano dall’omonima città greca di Pisa, rimasta distrutta nel VI secolo a. C. Da sempre questo capoluogo toscano attira artisti e viaggiatori provenienti da tutto il mondo e che, proprio qui, riescono a trovare la giusta ispirazione. Tra questi spicca il grande genio statunitense Keith Haring, che si innamorò talmente tanto di questa città da dedicarle uno dei suoi capolavori più belli. Molti altri artisti italiani hanno valorizzato la città realizzando opere di urban art che conquistano al primo sguardo, ecco quindi quali sono 5 artisti da scoprire.

Keith Haring a Pisa

Keith Haring scelse di visitare Pisa grazie all’amicizia con un ragazzo toscano incontrato a New York. Quando decise di partire per l’Italia per andarlo a trovare, rimase immediatamente abbagliato dalla bellezza autentica di questo capoluogo, tanto da trascorrerci alcuni giorni. Tuttomondo è uno dei suoi murales più belli, realizzato in appena 4 giorni, e occupa una grande parete della Chiesa di Sant’Antonio: si tratta di un inno alla felicità e all’amore per la vita che ancora oggi incanta viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Questo murales occupa una superficie di 180 mq ed è composto da 30 figure concatenate tra loro che rappresentano la pace e l’armonia.

Blub a Pisa

L’arte contemporanea a Pisa si trova in ogni angolo della città, anche quelli apparentemente meno considerati. Le opere di Blub sparse per la città ne sono un esempio: un consiglio importante infatti è quello di camminare con lo sguardo attento, pronti a cogliere ogni tesoro che si manifesta all’improvviso. I piccoli capolavori dell’artista fanno parte del progetto “L’Arte Sa Nuotare” che consiste in una serie di disegni in cui personaggi celebri del mondo dell’arte hanno una maschera da sub. L’artista toscano vuole simboleggiare con lo stato di “acqua alla gola”, la condizione in cui è costretto a vivere l’uomo contemporaneo, che per questo è obbligato ad imparare a “nuotare”.

Exit Enter a Pisa

Passeggiando sul Lungarno, tra la chiesa della Madonna della Spina, in direzione del Palazzo Blu, si intravedono tra i vicoli gli omini stilizzati dell’artista Exit Enter. I suoi personaggi poetici trasmettono un messaggio di amore e libertà minimalista, ma allo stesso tempo molto intenso, riscuotendo un grandissimo successo tra gli appassionati di street art.

Ozmo a Pisa

Oltre alle opere già citate, Pisa propone anche i capolavori di alcuni famosi street artist, che hanno preso parte al Welcome to Pisa Festival! Questa iniziativa dedicata allo sviluppo dell’arte urbana ha il merito di portare nuova street art in città, coinvolgendo di volta in volta numerosi quartieri. Tra le opere realizzate negli ultimi anni c’è il tributo di Ozmo al genio di Galileo Galilei, in via Conte Fazio. Un grande profilo del maestro, incorniciato in basso dagli strumenti usati per lo studio del cielo, in particolare il telescopio che è stato inventato proprio dallo scienziato. Questo murales è un importante omaggio al celebre studioso e alla sua città natale.

Moneyless a Pisa

L’arte contemporanea a Pisa ha cambiato il volto del deposito della polizia idraulica, nel quartiere di Porta a Mare, con l’opera “Pisa 01” realizzata da Moneyless nell’ambito del Welcome to Pisa Festival. Questa opera site-specific è un tripudio perfettamente bilanciato di colori: il rosso e il bianco richiamano al vessillo della città e all’attività cantieristica, l’onda blu che si accosta al nero, ricorda l’acqua e il mare del vicino litorale, mentre il giallo rappresenta il sole e l’estate. Lo stile di Moneyless è ancora una volta ben riconoscibile e ha regalato a Pisa un nuovo capolavoro da esibire con orgoglio.

IL VARIOMETRO

Variometer_AirDolomiti
Reading Time: 2 minutes

Ben ritrovati a voi, che preferite sedere accanto al finestrino per osservare i flap dell’aereo invece che le nuvole 😉

In questo articolo approfondiremo un altro componente della strumentazione della cabina di pilotaggio: il variometro.

Per prima cosa dobbiamo considerare un aspetto fondamentale del moto di un aereo: in volo non esiste soltanto una velocità orizzontale, ma anche una velocità verticale, che è misurata come variazione di quota rispetto al tempo. Tale velocità è detta rate of climb o velocità variometrica, si esprime in piedi al minuto (ft/min) o in metri al secondo (m/s) ed è indicata da un variometro.

Questo piccolo strumento, molto simile al più classico dei tachimetri di un’automobile, indica al pilota il rateo ascensionale/discensionale dell’aereo. Tale dato è di grande importanza ed è usato per tutta la durata del volo, specialmente nelle fasi di decollo e di atterraggio. Per questa ragione il variometro fa parte dei 6 strumenti di base presenti su ogni aereo.

Il gruppo di strumenti fondamentali in un cockpit è detto “Six Pack” e comprende: indicatore di velocità, orizzonte artificiale, altimetro, indicatore di direzione, turn coordinator e variometro.

Esistono due tipologie di variometro: pneumatico ed elettronico. Il primo basa il suo funzionamento su una capsula aneroide che rileva le variazioni della pressione atmosferica, il secondo sui dati elaborati provenienti da sensori posizionati all’esterno del velivolo.

Conoscere la velocità di salita e di discesa di un aereo permette ai piloti di effettuare variazioni di quota, decolli ed atterraggi in maniera precisa, consentendo all’aereo di trovarsi esattamente alla quota stabilita entro il tempo stabilito o nel punto stabilito.

Lo stesso strumento è ampiamente utilizzato nel volo libero su parapendio e deltaplano ed è oggi possibile persino indossarne uno al polso con tanto di altimetro integrato e schermo sensibile al tocco. Una grande differenza rispetto al sistema analogico a disposizione fino agli anni ’90!

BREVE STORIA DEL PASSAPORTO

Reading Time: < 1 minute

Il passaporto è il documento più amato dai globe-trotter, per alcuni è quasi un feticcio. Ogni timbro un ricordo, ogni pagina una storia da raccontare.

Ma qual è la storia di questo libricino colmo di “souvenir” d’inchiostro? E come viaggiavano le persone prima dell’introduzione del passaporto?

Prima di tutto bisogna considerare che il passaporto munito di pagine, valido per un numero illimitato di viaggi ed emesso dalla nazione di appartenenza, è un concetto nato solo di recente.

Prima del XX secolo per i viaggiatori era necessario richiedere un lasciapassare per ogni singolo viaggio, ma questo poteva essere richiesto ovunque ci si trovasse nel mondo. Più o meno.

Il primo cenno storico a proposito di un documento di viaggio risale alla Bibbia: il libro di Neemia narra di un uomo persiano che, recandosi in Giudea per conto dello Scià di Persia Artaserse I, portava con sé una lettera in cui si chiedeva “ai governatori al di là del fiume” di garantire il passaggio all’ufficiale.

Anche Marco Polo era in possesso di un documento concesso dal condottiero mongolo Kublai Khan: un documento molto prezioso, composto da due tavolette d’oro su cui un’iscrizione garantiva la sicurezza del navigatore veneziano durante i suoi spostamenti.

Il passaporto inteso come documento di identificazione fu introdotto da Enrico V nel XV secolo, che concesse ai suoi sudditi un foglio identificativo (le altre pagine arrivarono diversi secoli dopo) che permettesse di dimostrare la propria identità al di fuori dell’Inghilterra.

Ed ora qualche curiosità:

Alcuni passaporti contengono “messaggi nascosti” visibili solo se esposti a luce UV: quello norvegese svela una splendida aurora boreale, mentre i passaporti canadesi rilasciati dopo il 2013 contengono simboli nazionali come le foglie di acero, che appaiono magicamente a pagina 36 o le rinomate cascate del Niagara tra le pagine 20 e 21.

AFORISMI E QUOTES SUGLI AEREI

travel quotes
Reading Time: 2 minutes

Siete anche voi tra quelli che sottolineano le belle frasi lette sui libri con la matita? Anche voi conservate il foglietto trovato nel biscotto della felicità, vi innamorate di una canzone per il suo testo, fotografate quella scritta letta per caso su un muro in periferia?

Se la vostra risposta è sì, questo articolo fa al caso vostro.

travel quotes

Abbiamo raccolto per voi alcune delle citazioni più belle sul mondo degli aerei.

“Se uno ti accompagna all’aeroporto è chiaro che è all’inizio di una relazione, ecco perché io non accompagno nessuno all’aeroporto all’inizio di una relazione. Perché alla fine le cose cambiano, e tu non l’accompagni più all’aeroporto, e io non voglio sentirmi dire: “Come mai non mi accompagni più all’aeroporto?””. Ricordate il film Harry ti presento Sally? Harry aveva proprio ragione: accompagnare qualcuno all’aeroporto è un grande gesto d’amore. Lui, però, preferiva adottare un’altra strategia…

“Si può essere fedeli a un posto o a una cosa quanto lo si è a una persona. Un posto può farti venire il batticuore, specialmente se per arrivarci devi prendere l’aereo”, diceva Andy Warhol. Ed è la verità: la distanza da un luogo speciale, magari quello in cui siamo cresciuti o quello in cui si trovano le persone che amiamo, ci fa battere il cuore. Ma per fortuna esistono gli aerei per accorciare le distanze :).

“Inventare un aereo è nulla. Costruirne uno è qualcosa. Volare è tutto”. Così parlò Otto Lilienthal, pioniere tedesco dell’aviazione noto come “Gilder King”, “Re degli alianti”.

“Un giorno i viaggi in aereo diverranno comuni, come lo sono oggi i viaggi in treno”. Parola di William Boeing, pioniere dell’aviazione civile, che già nel 1929 aveva ben chiara la propria visione imprenditoriale.

“Una volta aver provato l’ebrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi per terra, continuerai a guardare il cielo.”. Lo sapeva bene Leonardo Da Vinci, genio inventore delle prime macchine volanti già sul finire del secolo XV.

“L’aeroplano ci ha svelato il vero volto della terra”. Antoine de Saint-Exupéry è spesso tra gli ospiti d’onore del nostro blog. Aviatore, militare, scrittore e visionario, il creatore de Il Piccolo Principe ci regala anche oggi l’aforisma sul volo più emozionante…

STREET ART A MONACO DI BAVIERA: I LUOGHI DA NON PERDERE IN CITTÀ

Reading Time: 4 minutes

Molti pensano che Monaco di Baviera sia la città dei grandi parchi e dell’Oktoberfest e in parte è assolutamente così, ma non bisogna trascurare il suo lato più urban. La street art a Monaco di Baviera infatti può regalare meravigliose sorprese, invadendo sottopassaggi ed ex mattatoi, campus e musei. Se sei un vero art addicted, questa è la top list di luoghi che non puoi perdere per vivere il lato più creativo della splendida capitale della Baviera.

MUCA

La street art in Germania, in particolare a Monaco, ha preso piede negli ultimi anni: per questo motivo la co-founder del museo di arte urbana e contemporanea MUCA, Stephanie, ci ha spiegato i motivi per cui ha deciso di realizzare questo spazio. La mission di questo meraviglioso museo è quello di spiegare l’arte di strada, mostrando le opere degli artisti più conosciuti, che hanno reso questo linguaggio sempre più universale. L’idea del MUCA è quindi quella di riunire l’arte e i suoi principali protagonisti in un luogo di riflessione, ideale per entrare in contatto con questo mondo. In alcuni mesi dell’anno vengono organizzate mostre ed eventi con artisti internazionali: inoltre è possibile dedicarsi alla scoperta delle principali opere di street art della città, con una guida e un servizio di bike sharing organizzati dallo stesso museo.

Lenbachhaus

La Lenbachhaus è una splendida villa costruita come residenza del principe-pittore Franz Von Lenbach: qui puoi ammirare capolavori di Caravaggio che dialogano con straordinarie installazioni di Olafur Eliasson. Uno dei grandi meriti di questo museo è creare un ponte tra passato e futuro, raccontando l’arte in ogni forma e linguaggio. Una delle sale che più ci ha conquistato è quella dedicata all’arte urbana, con opere di Daniel Man: non capita spesso che uno street artist intervenga sui muri interni di un museo!

Siemens Campus di Hofmannstraße

Tecnologia e arte urbana possono creare sinergie positive? Assolutamente sì: questo è il caso del Siemens Campus situato in Hofmannstraße che ospita immensi capolavori di artisti internazionali come Okuda e Axel Void. Grazie ad una bellissima iniziativa legata alla street art, intitolata SCALE Urban WallArt, per un’intera settimana artisti provenienti da tutto il mondo si sono riuniti in questa zona di Monaco di Baviera per creare delle autentiche meraviglie. Tra i talenti coinvolti si possono citare anche Aryz, Os Gemeos, Daniel Man, Loomit e molti altri: il risultato finale è un luogo in bilico tra sogno e realtà. Se sei uno street art addicted, questo è il tuo paradiso.

Tumblingerstraße

Il luogo perfetto per ammirare la street art a Monaco di Baviera è Tumblingerstraße, raggiungibile in pochi minuti di metropolitana dalla centralissima Marienplatz. I muri più interessanti si possono ammirare a partire da Ruppertstraße scendendo fino al ponte ferroviario di Großmarkthalle.

Friedensengel

La galleria di street art, situata sotto il ponte Luitpoldbrücke, ospita una serie di graffiti realizzati da un team di artisti sia tedeschi che stranieri, tra cui spiccano i nomi di Loomit, Flin Daim Light e Makus, Stuko e molti altri. Questa è una delle tappe che si possono visitare durante il tour in bici alla scoperta della street art a Monaco di Baviera, organizzato dal MUCA: assolutamente consigliata.

Agostino Iacurci in Landsberger e Max-Friedlaender-Bogen

Nell’ambito del progetto We Are Creative in Puglia l’artista foggiano Agostino Iacurci ha realizzato un bellissimo muro a Monaco di Baviera. Nato dalla collaborazione tra l’agenzia creativa The Trip, Air Dolomiti, Pugliapromozione e Mucbook il progetto di promozione turistica ha visto l’artista dipingere la facciata esterna del Meininger Hotel: Iacurci ha scelto di rappresentare uno degli elementi che maggiormente caratterizza la Puglia. “Ficus Indica”, questo il titolo dell’opera, ha visto l’autore dipingere una gigantesca pianta di Fico d’India come personale omaggio alla sua terra d’origine: la conclusione perfetta del tuo tour alla scoperta della street art a Monaco di Baviera.

Dove dormire a Monaco di Baviera

Dopo intere giornate alla ricerca della street art, è importante avere un luogo accogliente in cui riposarsi, magari sfogliando proprio una rivista d’arte. I Bold Hotels di Monaco di Baviera sono la perfetta combinazione tra comfort e design: in particolare la struttura situata nel centro della città, è il punto di partenza ideale per un tour alla scoperta dell’arte urbana locale.

I CIRCUITI DI ATTESA

Reading Time: 2 minutes

In aria non esiste segnaletica. Non ci sono cartelli né linee di delimitazione, semafori né corsie. Quindi, è ovvio, esistono standard molto rigidi per organizzare il traffico aereo specialmente in prossimità degli aeroporti più congestionati.

Al fine di permettere a tutti gli aerei di decollare e atterrare in piena sicurezza,talvolta si rispetta la logica dei circuiti di attesa (in inglese “holding pattern”), un complesso ma pratico sistema di manovre che ha lo scopo di mantenere un aereo su una porzione di spazio detta fix, mentre attende l’autorizzazione dalla torre di controllo a proseguire in rotta oppure ad atterrare.

I circuiti sono di forma ovale e più precisamente sono costituiti da due rettilinei (inbound e outbound track) e due virate di raccordo di 180°. Ogni circuito ha la durata totale di quattro minuti, un minuto per ogni segmento secondo lo schema inbound – virata – outbound – virata. Ogni quattro minuti l’aereo è così posizionato in coincidenza di un punto di riferimento di radioassistenza come un VOR o un NDB.

holding patterns
© Copyright Glyn Baker

Durante il circuito di attesa (holding pattern) ogni aereo vola alla velocità che consente il minor consumo di carburante possibile, velocità che varia in funzione del peso e del tipo di aereo. Le traiettorie orizzontali dei vari aerei potranno quindi essere differenti tra loro, ma non potranno mai interferire l’una con l’altra in quanto le quote dei velivoli in holding sono sempre diverse tra loro, garantendo la totale sicurezza anche in queste fasi del volo.

Viene naturale domandarsi come facciano diversi aerei a non sovrapporsi nei circuiti di attesa. Semplice: i circuiti sono suddivisi in “piani”, proprio come fossero i piani di un palazzo e si trovano poco lontano dagli spazi aeroportuali, per non creare ingombro. Ogni “piano”, tecnicamente detto “livello di volo” dista verticalmente di circa 300 metri dal precedente e dal successivo, in modo da garantire l’uso dello stesso circuito a più aerei in completa sicurezza.

Questa “colonna” di aerei che effettuano circuiti ovali è detta stack e l’ordine di atterraggio è davvero ingegnoso: il più basso sarà il primo ad atterrare, cedendo il posto a quello subito superiore, che a sua volta scende di un livello e così via.

Anche per accedere a un circuito di attesa un aereo deve seguire una manovra predeterminata. Gli ingressi sono di tre tipi: diretto (direct entry), parallelo (parallel entry) o a goccia (offset entry), a seconda dall’angolo con cui l’aereo si approssima all’inbound track.

Infine, esiste un’importante figura che gestisce i circuiti dalla torre di controllo che è detta stack manager, responsabile del corretto ordine e della sicurezza degli atterraggi, specialmente in presenza di denso traffico aereo.

A presto amici geek!

JAMES STEWART

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=613523
Reading Time: 2 minutes

“Ci credeva il mondo intero a James Stewart. Non l’hanno mai beccato a recitare”. Parola del regista, sceneggiatore e critico cinematografico statunitense Peter Bogdanovich.

James Maitland Stewart è stato un grande, grandissimo attore statunitense. Già Premio Oscar nel 1941 come miglior attore protagonista nel film Scandalo a Filadelfia di George Cukor, Stewart fu insignito nel 1985 del Premio Oscar Onorario “per 50 anni di interpretazioni memorabili” (N.B. Per chi non lo sapesse, si tratta del Premio Oscar alla carriera, ottenuto, per esempio, da personaggi del calibro di Charlie Chaplin, Stan Laurel, Orson Welles, Akira Kurosawa, Federico Fellini…).

I successi di James Stewart come artista hanno però forse oscurato un altro aspetto fondamentale della sua vita: Stewart era un aviatore.

Non un aviatore per passione, come tanti divi di Hollywood (ricordate il nostro articolo sulle celebrities e gli aerei?), ma un vero e proprio eroe di guerra.

Il 1941 fu per Stewart l’anno del primo Premio Oscar, ma anche quello della fine del contratto con la casa di produzione MGM e dell’arruolamento nell’USAAC (United States Army Air Corps). La famiglia Stewart aveva una lunga storia di carriere militari: con un nonno e un padre che combatterono rispettivamente nella Guerra Civile e nella Prima Guerra Mondiale, James non si tirò indietro e totalizzò ben venti missioni durante la Seconda Guerra Mondiale. Una successiva missione nella Guerra del Vietnam gli valse il grado di Generale di Brigata.

Tornato alla carriera di attore dopo cinque anni, Stewart tornò sul grande schermo con La vita è meravigliosa di Frank Capra e in seguito lavorò al fianco di registi del calibro di Alfred Hitchcock ed Anthony Mann.

Ma Stewart era ormai prima di tutto un aviatore e la sua incredibile abilità gli valse il ruolo della “star dei cieli” Charles Lindbergh nel film di Billy Wilder del 1957 L’aquila solitaria.

Stewart ebbe molti, moltissimi riconoscimenti come artista, tra cui i già citati premi Oscar, due Golden Globe, un Orso d’Argento e un Orso d’Oro, la copertina di Life nel 1945, un francobollo commemorativo e una stella sulla Hollywood Walk of Fame (rubata e sostituita in seguito!).

Ma qui, su questo blog dedicato al volo, vogliamo ricordarlo per le sue sei Service Stars, una Distinguished Flying Cross, I’Air Medal e la Croix de Guerre.

NUOVO LOOK PER ALTERNATIVE GUIDE

Reading Time: 2 minutes

Sia che siate nuovi lettori del nostro blog, sia che ormai non possiate più farne a meno, vi sarete certamente accorti che il nostro lavoro non è circoscritto unicamente all’esperienza a bordo.

Alternative Guide è una collana di guide di viaggio nata per accompagnare i nostri passeggeri fuori dagli aeroporti, alla scoperta di alcune tra le città più interessanti d’Italia e della Germania. Bari, Bologna, Firenze, Monaco di Baviera, Venezia e Verona: in quale ordine leggerle lo deciderete voi.

Per raccontare queste magnifiche città abbiamo scelto di mettere nero su bianco le storie di viaggiatori esigenti, con le idee chiare, a cui non bastano le informazioni preconfezionate. Su Alternative Guide scoprirete dove fare surf urbano a Monaco di Baviera, come riconoscere un vero Maestro del Cuoiame a Firenze, oppure vi perderete tra i passaggi segreti di un’antica casa di piaceri, di gioco d’azzardo e di incontri tra intellettuali in voga ai tempi in cui Venezia era una Repubblica.

Ma questo, forse, già lo sapevate.

La vera novità di Alternative Guide è il look: più snello, dinamico e intuitivo, il sito è stato ri-pensato per offrire il meglio ai nostri utenti unendo l’utilità delle informazioni alla velocità della navigazione.

Le nuove TOP 5 “Dove mangiare”, “Cosa vedere” e “Cosa fare” offrono una panoramica sui luoghi più esclusivi delle città, come fossero quella piegatura sulla pagina (tanto odiata da alcuni, tanto amata da altri) che ci riporta subito a quella particolare informazione che ci ha tanto colpito.

Abbiamo capito, grazie a voi, che il tempo è il vero lusso dei nostri tempi.

Per questo vogliamo che le nostre guide siano un compagno di viaggio leggero e brillante, che vi regalino una panoramica dei luoghi che state visitando o che vi invoglino a visitarli in futuro, senza però impegnarvi in letture complesse, ma lasciando spazio per personalizzare il vostro percorso come meglio credete.

Portare Alternative Guide in vacanza con voi farà la differenza, ve lo assicuriamo!