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Nessuno degli aspetti della vita di Antoine de Saint-Exupéry assomiglia lontanamente al cliché dell’artista. Non era povero, non era scapestrato, non era travagliato. Eppure, lo scrittore e aviatore francese ha lasciato al mondo qualche piccolo capolavoro di fantasia.

E per qualche ragione, questo aviatore di nobili origini, morto in guerra a poco più di quarant’anni, ha dato vita ad un’icona letteraria le cui frasi più significative, neanche fossero state pronunciate da Gandhi o Albert Einstein, vengono ancora oggi stampate su poster, magliette, tazze per la colazione: “Il piccolo principe”.

Grave, gravissimo errore pensare a questo libricino illustrato con acquerelli dello stesso de Saint-Exupéry come a un racconto per ragazzi. “Il piccolo principe” affronta temi come l’amore, il tempo, il senso della vita, la solitudine, le relazioni tra le persone. Tradotta in 253 lingue, la storiella dell’incontro nel deserto del Sahara tra un aviatore e un bambino, principe di un pianeta di cui è l’unico abitante, vale la pena di esser letta due o tre volte nella vita per stupirsi di come alcune allegorie cambino valore e significato a seconda della propria esperienza…

Antoine de Saint-Exupéry ha anche il grande merito di essere stato uno dei primi autori a raccontare al mondo il volo aereo. I suoi primi romanzi “Volo di notte”, Terra degli uomini” e “L’Aviatore”, pubblicati negli anni ’30 del secolo scorso, ottennero successo immediato, furono premiati in Francia e quasi immediatamente tradotti e venduti all’estero. Un vero caso letterario, insomma.

Il giovane aviatore originario di Lione era tra i primi testimoni del grande cambiamento di un’epoca. Il volo accorciava le distanze, offriva un punto di vista dal cielo verso la terra, ribaltava le logiche dell’avventura portando in alta quota l’esperienza di viaggio. Il mondo non si esplorava più solamente a “Ventimila leghe sotto i mari” o con un “Viaggio al centro della Terra” e l’ignoto si spostava oltre il cielo, tra i pianeti, nello spazio, dove l’uomo avrebbe messo piede per la prima volta solo molti anni dopo.