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IL VIAGGIATORE BUONGUSTAIO

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È tempo di sfatare un luogo comune: in aereo non si mangia per forza male.

Ok, non parliamo di tutte le compagnie aeree del mondo, ma di quelle che fanno le cose per bene, con passione e professionalità, tenendo conto del benessere dei propri clienti, perfino i più golosi. 😉

Partiamo da una questione scientifica: è stato provato che in volo, a causa di diversi elementi tra cui l’altitudine e l’aria condizionata, il gusto subisce forti alterazioni. Secondo una ricerca della Cornell University, negli Usa, inoltre, il sapore di alcuni cibi in aereo cambia a causa di un fattore inaspettato: il rumore, che negli aerei di linea ha volumi piuttosto elevati, aggirandosi tra gli 85 decibel durante la fase di crociera e i 120 decibel in fase di decollo.

Il gusto dipende dalla percezione sinergica di cinque gusti fondamentali: amaro, aspro, dolce, salato, e l’umami, il misterioso quinto gusto che ha a che fare con la sapidità degli alimenti (e che tanto ci fa amare il sapore del prosciutto, del parmigiano e dei funghi).

Ciò che più risente dell’alterazione di gusto a bordo di un aereo è però il dolce: in volo anche la più elaborata creazione di pasticceria è fortemente penalizzata, al punto di rischiare di assomigliare ad un qualunque budino sugar free confezionato e poco invitante.

Noi — ci perdoni il lettore per questo piccolo moto d’orgoglio — abbiamo provato a rendere l’esperienza gastronomica a bordo un momento di intrattenimento e di piacere con qualche esperimento culinario in alta quota. A tal proposito abbiamo avuto delle collaborazioni importanti con gli chef Simone Rugiati, Alfio Ghezzi e Giancarlo Perbellini e lo scorso Natale tre dei JRE (Giovani Ristoratori Europei), Aurora Mazzucchelli, Leonardo Vescera e Filippo Saporito.

Pensiamo che viaggiare debba essere sempre un piacere per ogni tipologia di viaggiatore. Pensiamo che l’eccellenza gastronomica italiana possa valorizzare anche l’esperienza di un breve volo in aereo, soprattutto quella del “viaggiatore buongustaio” che quando vola con noi non a caso sceglie la business class.

VALIGIA SMARRITA

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Fine Settembre, Bari.
Magari hai lavorato tutta l’estate, concedendoti solo qualche fuga al mare durante il fine settimana. Decidi che è il momento di fare una vacanza con gli amici: destinazione Oktoberfest. Previsti 13 gradi e la remota possibilità di qualche goccia di pioggia. “Finalmente” — pensi — “qui ne fanno 35 da mesi”.

Prepari la valigia: pantaloni lunghi, scarpe chiuse, qualche felpa e una giacca a vento. Ovviamente trovi spazio per il tuo nuovo Seppelhut, il tipico cappello bavarese con la piuma, che non hai mai avuto occasione di indossare.

Parti da Bari in bermuda e maglietta, come tutti i tuoi amici. Dopo solo 1 ora e 40 atterri a destinazione e ti dirigi al nastro del ritiro bagagli. Passano i minuti, l’ansia cresce, inizi a sentire freddo, complice l’aria condizionata. Sul nastro passano zaini, sacche, trolley, qualche scatolone… Tutti i bagagli sono lì, tranne il tuo. Il nastro si ferma. La scritta sul tabellone cambia: è il turno dei bagagli del volo successivo.

No, non è l’inizio di un thriller psicologico, ma uno spiacevole inconveniente che può capitare, specialmente nei periodi di vacanza – pensi – quando gli aeroporti sono sovraffollati dai turisti. Ma in questo periodo proprio non te l’aspettavi.

Quindi che fai? Mantieni la calma e ti rivolgi all’ufficio Lost & Found per istruire una denuncia di smarrimento del tuo bagaglio. Riceverai subito un documento di denuncia dell’irregolarità (PIR) con un numero di riferimento personale che ti servirà per monitorare eventuali aggiornamenti relativi alla ricerca del bagaglio. Nel frattempo ti procuri i beni di prima necessità (biancheria intima, spazzolino e dentifricio ecc.) che ti verranno rimborsati a fronte del reclamo da inviare al vettore. È pertanto importante conservare ricevute o scontrini che possano documentare gli acquisti effettuati.

Con ogni probabilità il tuo bagaglio verrà ritrovato nel giro di pochissimo tempo e quello che poteva sembrare un incubo si rivelerà solo una piccola seccatura.

Insomma, gli inconvenienti accadono. Ricordati di portare sempre nel bagaglio a mano l’indispensabile: medicinali di cui non puoi fare a meno e prescrizioni mediche, lenti a contatto di ricambio, una piccola trousse da viaggio e un indumento che ti protegga dall’aria condizionata in aeroporto e in aereo!

LA SCATOLA NERA: COS’È?

Dave Warren with BlackBox Prototype
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Tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta della famosa black box. Con il termine scatola nera si indicano comunemente i dispositivi elettronici di registrazione di tutti i dati di un volo.

Progettata dal dal chimico australiano David Warren nel 1953, la black box così come la conosciamo oggi non trovò fortuna fino al 1958, quando finalmente se ne comprese l’utilità. Già prima di allora erano infatti presenti sui velivoli dispositivi detti Flight Data Recorder (FDR) che registravano i dati emessi dalla strumentazione di bordo quali altitudine, pressione, temperatura e velocità. Warren diede la svolta decisiva con l’intuizione di registrare le voci dei piloti sia nelle comunicazioni da e verso la torre di controllo, sia all’interno della cabina di pilotaggio utili agli investigatori in caso di incidenti aerei.

Nacque così il secondo elemento della scatola nera, il Cabin Voice Recorder (CVR), che è responsabile delle registrazioni di voci, di eventuali rumori del motore e dei messaggi meteo. Si decise di posizionare la scatola sulla coda degli aerei, per avere sempre un “documento” che riportasse, all’occorrenza, quanto avvenuto a bordo.

Si pensi che le prime scatole nere registravano circa 4 ore di dati e, una volta esaurita la memoria a disposizione, sovrascrivevano i nuovi dati. Oggi le scatole nere registrano oltre 25 ore di numeri e suoni, grazie alla moderna tecnologia che consente di comprimere i dati ed avere dischi di memoria più performanti in uno spazio molto ridotto.

Una curiosità: la scatola nera è in realtà di colore arancione con alcune bande catarifrangenti, perché più facilmente individuabile e riconoscibile. Dotata di un dispositivo che emette segnali a ultrasuoni, l’apparecchiatura elettronica è racchiusa in un resistentissimo contenitore di acciaio inossidabile della dimensione di circa 80×25 centimetri con pareti di circa 7 centimetri di spessore rivestiti di materiale isolante.

Dave Warren with BlackBox Prototype / wikipedia

Inizialmente il dispositivo era in effetti di colore nero, della dimensione più o meno di una scatola da scarpe… da cui il curioso appellativo di “scatola”!

AEROPITTURA E FUTURISMO

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Tato, Coppa Scheneider a Venezia, 1927, olio su tavola, Trento, Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni
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Correva l’anno 1912 e il mondo intero, seppur scioccato dalla tragedia del Titanic, puntava gli occhi, i sogni e i desideri sulle nuove gigantesche macchine che permettevano di raggiungere l’altro capo del Pianeta in tempi ragionevoli. I continenti diversi dal “Vecchio” non erano più materia per esploratori, i fratelli Wright avevano sfidato e vinto le leggi della gravità e il VOLO non era più legato al mito di un Icaro troppo audace, ma era finalmente realtà attuale e tangibile.

Il Futurismo, corrente d’avanguardia dell’inizio del secolo XX, celebrava il volo come espressione massima di libertà di movimento e dinamismo, inneggiando alla velocità e all’innovazione in ogni campo, dalla letteratura alla poesia, alla pittura, alla scultura, alla musica fino alle arti più “giovani”, come la fotografia il cinema.

Prese il nome di Aeropittura la declinazione pittorica di cui si fecero portavoce Giacomo Balla, Tullio Crali, Sante Monachesi, Fortunato Depero, Gerardo Dottori e Fedele Azari, creatore dell’opera Prospettiva di Volo, presentata alla Biennale di Venezia del 1926. Tanta modernità non poteva che coinvolgere anche le donne, grandi artiste testimoni di cambiamento, come Benedetta Cappa, Marisa Mori e Olga Biglieri. Quest’ultima fu tra le prime aviatrici italiane ad aver conseguito un brevetto da pilota a soli sedici anni.

Alfredo Gauro Ambrosi, Maternità aeronautica, 1931, olio su tela, Trento, Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni

Da un punto di vista estetico, l’Aeropittura futurista portava in scena velocità e dinamismo, superando la scomposizione cubista con l’uso della prospettiva e della molteplicità dei piani.

Alcune delle più note opere legate all’Aeropittura si possono oggi ammirare al Museo dell’aeronautica Gianni Caproni di Trento.

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Fortunato Depero, Caproni, 1927, collage di carte colorate su cartoncino, Trento, Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni

IL VIAGGIATORE ESIGENTE

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Eh no, non tutti siamo adattabili. Non a tutti bastano un sandwich e una bibita gassata come pasto da consumare in aeroporto. Non a tutti piace ritrovarsi privati di comodità e comfort, specialmente in vacanza. Del resto si parte anche per concedersi qualche lusso, per staccare dalla routine quotidiana, per lasciarsi alle spalle lo stress e la fatica. Quindi cosa c’è di male ad essere viaggiatori esigenti?

Le nuove regole legate alla sicurezza in aeroporto richiedono di presentarsi al banco check-in e ai controlli di sicurezza con largo anticipo, oppure capita talvolta di dover affrontare un lungo scalo tra un volo e l’altro. Capita perciò di trovarsi spesso a trascorrere diverse ore in aeroporto e non è necessariamente una seccatura! Anche i viaggiatori più esigenti possono trarre vantaggio e restare piacevolmente sorpresi dalla grande offerta di servizi presente nei migliori aeroporti.

Come il Franz Josef Strauss International Airport di Monaco di Baviera (Flughafen München Franz Josef Strauß), nominato miglior aeroporto d’Europa (e terzo nel mondo!) nel 2014.

Nei due grandi terminal e nel più recente terminal satellite servito da uno shuttle sotterraneo, per un totale di 43.000 metri quadri, sono presenti 60 ristoranti e oltre 150 negozi e boutique.

La ristorazione è senz’altro il fiore all’occhiello dell’aeroporto di Monaco: cucina tradizionale bavarese, italiana, thailandese, oppure bistrot dal menu leggero e salutare con ingredienti bio al 100% per i più attenti alla linea (che possono addirittura usufruire di un Fitness Studio!).

Per chi desidera viaggiare con tutti privilegi riservati ai passeggeri Business, l’aeroporto di Monaco offre VIP lounge, sale riunioni e assistenza individuale attraverso il servizio VipWing, prenotabile online a prescindere dalla classe e dalla compagnia aerea con cui si vola.

Parrucchiere e spa? Mostre fotografiche e d’arte contemporanea? Area dedicata ai bambini? Punto di osservazione per gli appassionati di aviazione? Parco dei divertimenti, attività all’aria aperta, simulatori di volo? All’aeroporto di Monaco c’è davvero tutto quello che può rendere la vostra permanenza il più piacevole possibile.

CONSIGLI DI BELLEZZA IN VOLO

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I più assidui lettori di riviste di bellezza e benessere sanno senz’altro che il corpo umano è composto prevalentemente di acqua. Le ricerche di Gerald Pollack, professore di Bioingegneria presso l’Università di Washington, dimostrano che la percentuale d’acqua nel corpo umano sia addirittura del 99%.

Ecco perché la prima regola d’oro del benessere in volo è: bere molta acqua.

Mantenere una buona idratazione della pelle e degli organi interni è fondamentale per conservare un aspetto sano e riposato durante ogni tipo di viaggio, specialmente quando l’umidità naturale dell’ambiente è alterata dall’aria condizionata.

Ecco cosa non deve mai mancare nel beauty-case del bagaglio a mano:

  • CREMA IDRATANTE. Scegliete con cura la più adatta alla vostra pelle. In volo è consigliabile optare per un buon idratante non troppo grasso e privo di olii, in modo da facilitare la naturale traspirazione dei tessuti.
  • ACQUA TERMALE SPRAY. Un toccasana per il viso, rinfrescante ed efficace per mantenere la pelle tonica e il colorito roseo.
  • COLLIRIO. Esattamente come la pelle, gli occhi possono seccarsi durante le ore di volo e in aeroporto, per via dell’aria condizionata. Scegliete un buon collirio o lacrime artificiali in farmacia, specialmente se indossate lenti a contatto.
  • BURRO DI CACAO. Sono le labbra il punto più debole quando si tratta di idratazione. Con un balsamo emolliente a base di olio di argan, aloe vera, cera d’api o burro di karité, le labbra saranno protette fino a destinazione.

Ricordate però: dal 31 gennaio 2014 i liquidi trasportati nel bagaglio a mano non devono eccedere i 100 ml per ciascun contenitore per un totale di 1 litro per passeggero. Tali contenitori devono essere posti in un sacchetto di plastica trasparente, sigillato e ispezionabile su richiesta.

Buon viaggio!

LA STRUMENTAZIONE DI BORDO

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Se non sei un pilota, un assistente di volo, un tecnico o un ingegnere aeronautico, probabilmente non hai mai visto una cabina di pilotaggio. Ma se sei affascinato da parole come “virosbandometro”, “radioaltimetro” o “màchmetro”, questo articolo, e forse l’intera rubrica #AvGeek, saranno la tua lettura preferita…

La cabina di pilotaggio, detta anche cockpit, è la parte anteriore degli aerei dalla quale pilota e copilota governano i comandi del velivolo. Agli occhi dei più inesperti il cockpit appare come un’incomprensibile “stanza dei bottoni”, ma la strumentazione di bordo comprende elementi curiosi su cui vale la pena soffermarsi.

Più o meno tutti conosciamo una bussola, in molti sanno cosa sia un altimetro, qualcuno è in grado di riconoscere un anemometro, ma di fronte a un “virosbandometro” la maggior parte delle persone comuni è in difficoltà…

Nulla di complicato, all’apparenza, si tratta di un dispositivo composto da due strumenti: l’indicatore di virata e lo sbandometro, da cui il nome composto. L’indicatore di virata è quella sagoma bianca, posta al centro del quadrante, il cui compito è di indicare in quale direzione sta virando l’aeromobile. Lo sbandometro è invece quella pallina metallica racchiusa in un tubo trasparente, in sospensione in un liquido viscoso, sotto la sagoma bianca; questo semplice strumento indica se l’aeromobile sta effettuando una virata coordinata, una “derapata”, oppure una “scivolata”. La pallina si trova al centro durante la fase di crociera e quando il velivolo è a terra. Anche durante la virata, nonostante l’aereo sia inclinato, la pallina deve rimanere al centro per indicare che il peso e forza centripeta mantengano stabile la gravità apparente all’interno del velivolo… Ciò evita, per esempio, che il vostro caffè si rovesci 🙂

Spostiamo lo sguardo sul “radioaltimetro”: lo strumento che misura l’altitudine rispetto al terreno. Diversamente dall’altimetro, questo dispositivo utilizza un sistema simile a quello dei radar, fornendo dati estremamente precisi rispetto al suolo sottostante e non, ad esempio, al livello del mare. Sui velivoli moderni diversi compiti sono delegati all’elettronica, è vero, ma la conoscenza di questi strumenti è alla base della preparazione di ogni pilota.

Infine abbiamo il “màchmetro” che indica il rapporto tra la velocità reale e la velocità del suono. Questo rapporto è noto come numero di Mach (Ma), unità di misura che prende il nome dal fisico austriaco Ernst Mach. Questo dispositivo si trova anche a bordo degli aerei supersonici, che volano, appunto, ad una velocità superiore a quella del suono. Per chi lo avesse  perso, c’è anche l’approfondimento sull’aereo del futuro che supererà i 5 Mach! Per oggi è tutto, alla prossima!

ALTERNATIVE GUIDE

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“Tu che sei un buongustaio, consigliami un ristorante a Verona”.

Il digitale, gli smartphone, le app e gli strumenti di navigazione hanno rivoluzionato le nostre esperienze di viaggio, non c’è dubbio. Ma le piccole perle dispensate da chi sappiamo per certo avere i nostri stessi gusti sono un’altra storia. Come tutte le perle, del resto, sono rare e preziose.

Una piccola premessa: oggi la parola “alternativo” è fin troppo abusata. C’è la musica alternativa, il pensiero alternativo, il tipo che si veste da alternativo e perfino la finanza alternativa. Quindi forse alternativo è diventato qualcosa che non sostituisce né “prende il posto di”, ma ciò che si integra, che rappresenta un’opzione in più senza escludere i metodi tradizionali.

Alternative Guide è prima di tutto un racconto fatto da persone. C’è l’intellettuale che si sistema gli occhiali sul naso mentre passa in rassegna tutti gli eventi culturali che la città ha da offrire, lo sportivo che non è mai stanco di cimentarsi in imprese faticose e ammirare il mondo dalla vetta di qualche montagna, la miss che corre sui tacchi a spillo tra negozi e ristoranti cercando di trovare il ‘posto giusto’, l’esperto che racconta il punto di vista di chi vive in città tra aneddoti e l’esploratrice che… beh, lo dice la parola stessa.

Che preferiate la carta o il digitale, che siate tipi che seguono i consigli o amanti dei viaggi fai-da-te, non potrete negare che Alternative Guide sia un ottimo compagno di viaggio. Dopo Bari e Venezia, si parte per Verona, questa volta. Alla scoperta di hotel indimenticabili, specialità gastronomiche, tradizioni locali, percorsi sportivi, musei e tutti i suggerimenti più giusti che solo i local e in nostri autori girovaghi conoscono… Lasciatevi accompagnare a Verona da Alternative Guide!

MAMMA, HO PERSO L’AEREO

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“Keviiiiiiiiiiiiiiiiiin Keeeeeeviiiiiiiiiiin!!!”

Chi non ricorda il piccolo Kevin McCallister alle prese con il piano di difesa della propria casa dalla minaccia di Joe Pesci nei panni di un goffissimo ladro?

Mamma, ho perso l’aereo di Chris Columbus è tra i classici più classici degli anni ’90, insieme alla saga di ‘Die Hard’ e ai capolavori ‘Pulp Fiction’ e ‘Forrest Gump’, con quelle massime di vita che fanno eco nelle orecchie a distanza di oltre trent’anni.

Se per caso foste tra quei due o tre al mondo che non lo hanno mai visto, ‘Mamma, ho perso l’aereo’ racconta una vacanza natalizia di famiglia con zii, cani, cugini e fratelli in cui, nel trambusto dei preparativi last minute, viene dimenticato a casa proprio il figlio più piccolo, Kevin, interpretato da un giovanissimo Macaulay Culkin.

Il bambino approfitta dell’assenza di genitori e parenti e si gode la grande casa per giorni tra bibite gassate, cibi in scatola, film proibiti ai più piccoli e accesso illimitato ai tesori dei fratelli maggiori, come videogiochi e tarantole da compagnia. Ma a Natale si sa, i ladri agiscono indisturbati…
Ed è così che Kevin prepara scherzi e trappole astutissime per mettere alle strette due malviventi non esattamente in gamba.

Un film per tutti, da guardare tutti insieme sul divano mangiando popcorn, che racconta di aerei, aeroporti e vacanze di un’epoca non lontana in cui i bambini non potevano chiamare i genitori sul cellulare e i genitori non comunicavano con i figli attraverso una chat di Whatsapp.

Nel 1992 il sequel ‘Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York (titolo originale: Home alone 2: Lost in New York), pur senza l’energia e l’originalità del primo, fu un altro grande successo.

Curiosità: nella cornice della Grande Mela il piccolo Kevin McCallister si imbatte nientemeno che… nel Presidente Donald Trump in persona! Da rivedere asssolutamente!

VOLARE CON GLI ANIMALI

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Ci guardano con gli occhioni tristi ogni volta che tiriamo fuori la valigia. L’idea di lasciarli con qualcuno che non conosce le loro abitudini è straziante. Amici, parenti, vicini di casa si sono dati malati. Non resta che portarli con noi. No, non i figli, stiamo ovviamente parlando dei nostri amici a quattro zampe.

Viaggiare con gli animali può sembrare una scelta complicata, ma seguire qualche utile regola per la loro sicurezza e per quella delle persone che ci circondano può rendere l’impresa più agevole e, perché no, divertente. Ovviamente scegliendo una compagnia aerea che lo consenta…

PESO: per capire quale sia la soluzione più adeguata per trasportare il nostro cane, gatto (e perfino coniglio o lepre!) bisogna conoscerne il peso esatto comprensivo di gabbietta o trasportino. Al di sotto degli 8 kg complessivi, prenotando con anticipo, sarà possibile farli viaggiare con noi in cabina!

CARTE IN REGOLA: per evitare spiacevoli sorprese è necessario informarsi sui documenti necessari per far volare il proprio animale. Il passaporto, che attesta vaccinazioni e presenza di microchip o tatuaggio si può richiedere direttamente al veterinario, è fondamentale. Le regole sulle certificazioni relative ai vaccini variano però in ogni paese: per evitare che gli animali vengano sottoposti a quarantena preventiva è bene prepararsi con anticipo.

CLIMA: mare, montagna, città? I piccoli amici non hanno modo di dirci se sentono caldo o freddo, quindi è bene rivolgersi al proprio veterinario quando le condizioni climatiche a destinazione sono molto diverse da quelle ad origine.

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IL PIANO B: una volta in vacanza, potreste facilmente capitare in luoghi aperti al pubblico (ristoranti, musei, teatri) che non accettano animali all’interno. Se non vi siete informati prima di partire, sarà bene avere un’alternativa: percorsi all’aperto, parchi, centri commerciali e spiagge libere saranno senz’altro pronti ad accoglierli!

P.S.: Le regole cambiano nel caso in cui si tratti di cani guida per persone non vedenti, non udenti o che necessitano di assistenza.