Scrivere di Amalia Ercoli-Finzi sul nostro blog è un immenso onore. Come compagnia aerea, per l’ammirazione, per il suo ingegno nel campo in cui operiamo, come uomini, per la gratitudine verso il suo contributo al progresso e all’innovazione, come donne, per la sua determinazione come scienziata e come madre, come italiani, per l’orgoglio di essere suoi connazionali.
Amalia Ercoli-Finzi, scienziata ed ingegnere aerospaziale, ha lavorato alla creazione della sonda spaziale Rosetta, la sonda lanciata nello Spazio nel marzo 2004 che ha trasportato il lander Philae su una cometa il 12 novembre del 2014.
Nata a Gallarate nel 1937, è stata la prima donna italiana (tra le 5 iscritte alla facoltà su oltre 650 studenti) a laurearsi in Ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano.
Oggi la Professoressa Ercoli-Finzi è una delle massime esperte mondiali in ingegneria aerospaziale, ed oltre ad essere consulente scientifico della Nasa, dell’Asi e dell’Esa, è stata direttrice del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale del Politecnico di Milano, con la Cattedra di Meccanica Orbitale e Sistemi Spaziali. Tra i tanti riconoscimenti e i premi ottenuti grazie alla sua brillante carriera, ne menzioniamo uno che ci sta particolarmente a cuore: l’asteroide “24890 Amaliafinzi” porta il suo nome.
La Ercoli-Finzi ha dedicato la propria vita alle stelle comete e ai suoi cinque figli, senza mai rinunciare ad indossare tacchi vertiginosi, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Corriere. Non solo, la Professoressa è una fervente cattolica e in più di una circostanza ha dichiarato ai media con grande convinzione che scienza e fede religiosa siano perfettamente compatibili.
Sostenitrice delle donne senza alcun estremismo ideologico, la Signora delle Comete (dal titolo del romanzo giallo di Tommaso Tirelli a lei ispirato) racconta di aver sempre cercato di favorire il percorso universitario delle studentesse, arrotondando talvolta i voti di un punto, perché “la differenza è poca roba, ma le donne hanno sempre subito una serie di ingiustizie”.
Nel continuare ad ammirare le stelle comete, un po’ più vicine a noi grazie agli studi di Amalia Ercoli-Finzi, rimaniamo in attesa di quel 2026 che oggi il colosso SpaceX ci indica come data plausibile per il nostro sbarco su Marte…
Credit photo: DLR German Aerospace Center


C’è chi dice che l’aereo più strano sia il Beluga XL, evoluzione dell’Airbus A300-600ST Super Transporter, con la sua particolarissima forma di… cetaceo. Dopo una “balena” non si può che pensare a Pinocchio, visto il lungo “naso” del Boeing 720 C-FETB. Prodotto tra il 1959 e il 1967, C-FETB ha effettuato il suo ultimo volo nel 2012, viaggiando attraverso il Canada da Saint-Hubert (Quebec) a CFB Trenton (Ontario). Non passava inosservato per la sua stranezza il Lockheed XFV, dalla configurazione posacoda (capace di decollare e atterrare sulla coda, in verticale, come uno space shuttle!) che purtroppo, però, non superò mai i test per volare davvero…













All’epoca l’aviazione civile non era ancora considerata un settore in cui far carriera. Per questa ragione la Coleman decise di inseguire il suo sogno imparando ad effettuare acrobazie in volo, ma nuovamente dovette recarsi in Francia per diventare un’esperta di figure a otto, manovre a vite, looping e passaggi rasoterra. Grazie alle sue manovre spettacolari, Bessie divenne famosa anche negli Stati Uniti, ma dovette rinunciare al progetto, per i tempi troppo ambizioso, di fondare una scuola di volo per afroamericani, come scrisse in una lettera destinata a sua sorella.

