Ricordate quando tra i banchi di scuola, durante l’ora di ricreazione, piegavamo fogli con la massima precisione per ricavarne aeroplanini? E quanta soddisfazione nel vederli volare sempre più lontano!
Sono chiamati kami hikoki in giapponese. Perché proprio in giapponese?
Gli aeroplanini di carta non sono altro che una delle forme più elementari di origami, ossia l’antichissima arte, nata appunto in Giappone, di piegare la carta per ricavarne figure ornamentali.
A onor del vero però, si può forse individuare nell’aquilone, invenzione cinese di oltre duemila anni fa, un possibile antenato dell’aeroplanino di carta.
Un fatto è certo: l’aeroplanino di carta è nato a immagine e somiglianza dell’aeroplano, quindi non prima del Novecento.
Il primo aeroplanino di carta noto alla storia risale al 1930.
Tra le mura della Lockheed Corporation, una tra le più importanti industrie aerospaziali del mondo, l’ingegnere e imprenditore Jack Northrop era all’epoca impegnato nella progettazione di un particolarissimo aereo privo di fusoliera detto ala volante, o tuttala. Per sperimentare le sue teorie sul design di quello che riteneva essere l’aereo del futuro, Northrop costruì a mano decine di aeroplanini di carta, studiandone di volta in volta il volo e individuando le possibili migliorie grazie a questi veri e propri modelli in scala ridotta.
Le tecniche per realizzare gli aeroplanini di carta sono diverse e vanno dalle più semplici (un foglio rettangolare da piegare in soli sei passaggi) alle più complesse, complete di coda, flap ed altre “variazioni sul tema”. Sul web se ne trovano a centinaia, per chi avesse ancora voglia di giocare come ai tempi della scuola… Solamente su Instagram l’hashtag #paperplanes è stato utilizzato oltre 250k volte!
Ma gli aeroplanini di carta, per alcuni, non sono affatto un gioco.
Ricordate il post Guinness dei Primati in volo apparso qualche tempo fa sul nostro blog? A coloro che non lo avessero letto, ricordiamo l’impresa eccezionale del giapponese Takuo Toda, che riuscì a far volare un aeroplanino di carta per quasi 30 secondi, guadagnandosi una menzione nel più famoso registro dei record al mondo…