Immaginiamo di poter mettere – anche solo per un istante – il naso fuori dal finestrino di un aereo in volo. Fingiamo di essere in fase di crociera, di aver bisogno di una boccata d’aria fresca e di riuscire ad aprire senza difficoltà i tre strati di plexiglas (eh già, sono 3… il motivo in questo articolo) del finestrino accanto a noi.
Non solo avremmo depressurizzato l’intera cabina dell’aereo, ma ci ritroveremmo congelati in un istante insieme a tutti gli altri passeggeri.
Un aereo civile, infatti, vola a circa 10 mila metri da terra, quota che consente di sorvolare le perturbazioni e viaggiare in sicurezza. A tale altitudine le temperature possono scendere anche a -60 °C, con tasso di umidità estremamente basso. È chiaro, quindi, il perché sia necessario modificare le condizioni della cabina per rendere possibile – e gradevole – la permanenza a bordo dei passeggeri e dell’equipaggio.
L’ICAO ha inoltre stabilito l’Atmosfera Standard Internazionale che regolamenta gli standard di pressione, temperatura, umidità, densità e composizione dell’aria. Il fine è quello di garantire il perfetto funzionamento della strumentazione di bordo.
Sembra semplice? Non lo è.
Bisogna considerare che l’Enviromental Control System (impianto di pressurizzazione e condizionamento) svolge un compito molto complesso.
L’aria entra attraverso la parte frontale dei motori e viene spillata a temperature molto elevate dai compressori, per poi essere miscelata con aria fredda proveniente dall’esterno e incanalata fino all’impianto di condizionamento con la temperatura e l’umidità desiderate.
Quindi l’aria che si respira a bordo passa… attraverso i motori???
Sì, ma prima di raggiungere la cabina, l’aria viene filtrata e purificata per garantire il benessere e la salute dei passeggeri e dell’equipaggio. Non solo. Ogni 5 minuti circa la stessa aria viene completamente rigenerata e rimessa in circolo, per poi essere espulsa all’esterno da una valvola di efflusso presente sulla fusoliera.
Alcuni di voi ricorderanno che un tempo era permesso fumare a bordo. Oggi sembra una follia! Eppure fino al 1989 in Italia e fino alla metà degli anni ‘90 in Germania, accendersi una sigaretta nelle ultime file dell’aereo era considerato del tutto normale.
Ora che vi è chiara la complessità dell’impianto di climatizzazione degli aerei, è facile comprendere come mai le sigarette siano tanto dannose per i polmoni quanto per i preziosi filtri di purificazione…