Sono molte le donne della Storia ad aver infranto muri.
Muri fatti di pregiudizio, ostacoli alla libertà, barriere tra sogni e possibilità.
L’aviatrice statunitense Jacqueline “Jackie” Cochran è una donna che ha infranto tutti questi muri più uno: quello del suono.
Dopo essere diventata moglie a soli 14 anni e aver perso un figlio cinque anni dopo, è comprensibile che Jackie abbia voluto cambiare il proprio nome da Bessie Lee Pitman a Jacqueline Cochran in cerca, forse, di una migliore sorte.
La ruota per Jackie girò poco più tardi, con la nascita dell’amore con il magnate della finanza Floyd Odlum, uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti dopo il crollo di Wall Street nel ’29.
Le grandi passioni di Jackie erano due, apparentemente distanti tra loro, ma entrambi simboli di libertà: il rossetto e il volo.
Ottenuto il brevetto da pilota commerciale a Long Island, Jackie volò in tutto il Paese per promuovere – con il volto nientemeno che di Marilyn Monroe – la sua linea di cosmetici Wings to Beauty (“Bellezza Alata”).
Jackie sapeva di poter fare di più per la categoria femminile che rappresentava con fierezza, quindi si arruolò come pilota volontaria nella Seconda Guerra Mondiale e presentò all’allora first lady Eleanor Roosevelt, al tenente colonnello Robert Olds – e a chiunque potesse ascoltarla – la proposta scritta di creare una divisione di volo femminile nelle US Army Air Forces.
Finalmente, nell’agosto del ’43, nacque la Women Airforce Service Pilots, un’organizzazione pionieristica di donne pilota affidata proprio alla direzione della Cochran.
Con diverse medaglie al valore appuntate sull’uniforme, Jackie fu la prima donna a volare a velocità supersonica con un Canadair Sabre 3, a pilotare un bombardiere, un aereo ad ala fissa e un jet su una rotta transatlantica, a decollare e atterrare su una nave portaerei, nonché il primo pilota in assoluto a volare sopra i 6096 metri con una maschera d’ossigeno (pur portando il suo amato rossetto rosso in maniera impeccabile).
Oggi, sul nostro blog, abbiamo voluto ricordare una delle nostre pioniere dell’aviazione preferite, chiedendoci come mai la Storia non le abbia riservato maggiore attenzione…