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È l’ultima, ma non la meno importante: la coda, conosciuta anche come impennaggio, è una parte fondamentale degli aerei. La struttura della coda si articola su un piano orizzontale e uno verticale, il cui rapporto cambia a seconda della configurazione dell’aereo: esistono, per esempio, code cosiddette a T, a V e code di tipo classico, che sono le più diffuse.

Per semplicità, in questo articolo vedremo nel dettaglio la struttura e il funzionamento di una coda di tipo classico, cioè quella, ad esempio, dei nostri Embraer.

La “classica” coda degli aerei

Le code degli aerei sono composte da due sezioni: una verticale ed una orizzontale.

La sezione verticale della coda si compone di due parti: deriva e timone. Simile alla pinna dorsale di un grande pesce, la deriva garantisce la stabilità direzionale, mentre il timone viene governato dai piloti per controllare l’imbardata, ossia il moto di rotazione dell’aereo attorno al suo asse verticale.

Anche la sezione orizzontale della coda è composta da due parti, una fissa detta stabilizzatore e l’altra mobile, detta equilibratore. A differenza di quella delle ali, quella del piano orizzontale è una superficie deportante. Essa è coinvolta con la generazione della forza necessaria a far sollevare l’aereo da terra, creando una forza verso il basso; quest’ultima equilibra la portanza delle ali verso l’alto e il peso dell’aereo rivolto verso il basso, dato che i diversi punti di applicazione di peso e portanza farebbero ruotare l’aereo con il muso verso il basso (se avete bisogno di un ripasso sul concetto di Portanza, questo articolo fa al caso vostro!).

Gli stabilizzatori sono le “ali in miniatura” (ci vogliano perdonare per il paragone improprio gli AvGeek più ortodossi) poste alla fine della fusoliera, che funzionano da base per gli equilibratori, la parte dell’impennaggio che svolge forse il ruolo più importante.

Sono infatti gli equilibratori, con la loro oscillazione, a controllare il beccheggio, cioè la rotazione dell’aereo sul piano orizzontale. È proprio per questo sono forse più noti come “timoni di profondità”.

Per riassumere quanto detto, basta dare un’occhiata alla coda di un aereo della nostra flotta: la nuova livrea permette di distinguere a colpo d’occhio il piano verticale turchese da quello orizzontale, di un bianco scintillante!

Ad Astra!