Chi ama il volo lo sa: non si vola soltanto a motore.
Proprio come le barche, gli aerei possono volare a vela. È questo il caso degli alianti.
L’aliante è un’aerodina, vale a dire un aeromobile più pesante dell’aria, con una fusoliera dalla forma molto affusolata e lunghissime ali che generano un’altissima efficienza aerodinamica.
Grazie allo sfruttamento delle correnti ascensionali di aria calda, l’aliante può sostenersi in volo rimanendo in quota senza l’uso di motori. Alcuni alianti, detti motoalianti, implementano anche motori a propulsione che consentono l’estensione del volo libero, come fossero ibridi tra alianti e aeroplani.
Il volo libero in aliante è principalmente un’attività sportiva, ma per pilotarlo è necessario ottenere una licenza SPL (Soaring Pilot Licence).
Ma come decollano e atterrano gli alianti?
Il decollo avviene grazie a un traino. Un cavo attaccato ad un aereo traina l’aliante fino alla quota desiderata, per poi sganciarlo e lasciarlo libero. Una simile tecnica può essere effettuata tramite verricello a motore che, da terra, “srotola” in aria un cavo d’acciaio che può allungarsi fino a 1,5 km.
Un altro sistema, più raramente utilizzato, è il “lancio”. Il lancio può essere effettuato da terra con un resistentissimo elastico oppure da un pendio, tecnica utilizzata nel parapendio.
L’atterraggio, invece, avviene grazie alla perizia del pilota, capace di calcolare con la massima precisione il rapporto tra quota e distanza della pista in base alle condizioni meteorologiche. Grazie allo straordinario rapporto tra la resistenza e la portanza del mezzo, è possibile “scivolare” sulle correnti aeree che, raffreddandosi, si abbassano.
Ed abbassandosi conducono l’aliante a destinazione.
Se oltre alle affascinanti leggi dell’aerodinamica siete amanti della storia, vi consigliamo di leggere l’articolo “Inventori di macchine volanti” per conoscere la curiosa storia di George Cayley, padre dell’aliante, che riuscì a realizzare il primo volo umano della storia, spaventando a morte il suo cocchiere…